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290 | il cantico dei cantici |
E il tenni, e mai nol lascerò finch’ei
Meco non venga a le materne sale;
Entro a l’intima cella di colei,
Che a questa mi diè fuori aura vitale.
sposo
O figlie di Sïonne, io vi scongiuro
Per quante belve la campagna aduna,
La non si svegli! E il sonno suo securo,
S’ella nol voglia, non le rompa alcuna!
coro
Chi è costei che pel Deserto ascende
Simile a verga d’odorato fumo
Da turibol, che incensi in sè comprende,
E mirra, ed ogni peregrin profumo?
Ecco il letto del Sire: e intorno a quello
Sessanta de’ miglior ch’abbia Israello!
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