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il cantico dei cantici | 297 |
— M’apri, Amica? — dicea — M’apri, ti desta,
O colomba, o sorella, o immacolata!
Chè sparsa di rugiada è la mia testa,
E i ricci miei di rigida brinata! —
Ed io, dubbiando: — Rivestirmi omai
Dovrei la gonna, che lasciai pur ora?
Puri testè da l’onda i piè levai,
Perchè dovrei rimacularli ancora? —
Pel forame de l’uscio il braccio ei spinse,
E il cor balzommi, e la pietà mi vinse!
E rapida ad aprirgli uscii di letto,
E le mie mani e le tremanti dita
Gocciolàr de la toppa in sul ferretto
La più limpida mirra ed esquisita.
E l’uscio aprii... Ma l’amor mio ritratto
Già s’era, e volto altrove!.... Ah non badai,
mei pulsantis:
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