Pagina:Canti di Castelvecchio.djvu/252

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236 note


a ritrovarli; ed a cantar sommessi
canti d’amore presso la lor culla
canti che sono un tristo e pio, com’essi
furono, nulla.

E con la trista parola nulla, o Maria, finiremo il nostro libretto? No. Noi manderemo un ringraziamento di cuore ad Alberto Marchi e a’ suoi bravi operai (possano sempre andar d’accordo!), che con tanto amore e pazienza hanno impressi questi versi; ai magnifici pittori, Adolfo De Carolis, che ha ornato così bene il libro, e Vittorio Corcos, un cui bellissimo “Mendico„ fu con mio dolore dovuto omettere, perchè la carta non ne riceveva l’impressione; all’editore Zanichelli, cioè Cesarino, che volle accogliere me nel suo lauri nemus; in cui si sta bene “alla grande ombra„; e in fine al nostro Alfredo Caselli che ha tanto fatto, vegliato, trepidato, col suo gran cuore e col suo gentile intelletto, per noi.