Pagina:Cantoni - Quasi una fantasia.djvu/21

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Quando per caso un de’ due ritardava, che ansia per l’altro, che pena!

— E se non venisse?

Con che cruccio allungava allora il collo sbirciando oltre i vetri, per scorgerlo se mai un momento prima!

Ma l’altro giungeva immancabilmente. Dava un’occhiata indifferente in giro, socchiudendo gli occhi, per dissimulare la sua propria ansia di non trovare l’amico e, scòrtolo, veniva pian piano a sederglisi vicino.

Non si sorridevano: si salutavano appena con un cenno, leggermente sdegnoso, come se si trovassero per caso e non gliene importasse un gran che. Con quel contegno serio e riservato nessuno li poteva pigliare per due monelli scappati.

E così anche il vecchio cameriere mostrava di tenerli in gran conto e li serviva proprio senza l’ombra di un sorriso ironico sotto i baffi.

Ma forse era per i due soldini di mancia.

Fors’anche capiva tutto, ma se ne infischiava.


In un di quei giorni Renato giungendo al caffè trovò Gino tutto accigliato.

— Che t’è successo?

L’altro per un po’ non rispose. Poi, come concludendo un suo interno ragionamento:

— Non mi piace, non mi piace.

— Cosa non ti piace?

— Sai bene la stima che ò di mio padre....