Pagina:Cantoni - Trattato completo di agricoltura, 1855, I.djvu/196

Da Wikisource.
190


stato geologico della valle del po.

§ 190. Siccome poi l’agricoltura non si occupa che del soprasuolo, ossia della parte più superficiale del terreno, così io non vi darò che quelle nozioni che servono a dinotare quale sia stata l’origine della superficie coltivata della valle del Po.

Voi tutti sapete che un’acqua corrente, la quale trascini nel suo corso altre materie e particolarmente materia terrosa, lascia cadere al fondo prima le parti più grosse e pesanti, indi le minori di volume e di peso, poi la sabbia, e finalmente la parte più leggiera che intorbida l’acqua e che consta quasi interamente d’argilla, o creta, la quale si deposita per conseguenza più lontano dal resto.

In questo modo ebbe origine la qualità e la disposizione del terreno che costituisce la gran valle del Po, ossia del Piemonte e del Lombardo-Veneto. Tutti ammettono che questa valle una volta non era che un gran seno del mare Adriatico, circondato dalle Alpi a tramontana e ponente, e dagli Appennini a Mezzogiorno, ed aperto solo a levante, ove ora è Venezia. E ciò sembra assai probabile dal rinvenirsi molti pesci marini pietrificati sulle alture che costeggiano il Po, massimamente a S. Colombano. Il letto, o fondo di questo seno di mare si sarebbe rialzato per le materie staccatesi dalla cima delle Alpi e degli Appennini dietro l’azione del gelo, dell’acqua e dell’aria, e poi dalle pioggie e dai torrenti trascinate in basso e deposte ai loro piedi, sotto forma di frantumi, ghiare ed anche materia terrosa. Epperò la qualità di questi materiali si troverà conforme alla qualità delle roccie costituenti quelle cime che venivano così lentamente decomposte; abbondando la parte terrosa dal lato degli Appennini, ed i ciottoli, le ghiare e le sabbie dal lato delle Alpi. Innalzate così le rive di questo seno, esso andò sempre più restringendosi in larghezza verso la parte di mezzo, ove confluirono i torrenti ed i fiumi che scendevano con nuove materie dalle