Pagina:Cantoni - Trattato completo di agricoltura, 1855, I.djvu/437

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prato naturale. 429

parlare che per quelli che sono di proprietà privata, poichè quelli di proprietà comunale non sono nè saranno mai concimati se non dallo stanziare che in essi fa il bestiame durante il tempo del pascolo. Pei pascoli privati dirò che non conviene mai lasciar vagare irregolarmente il bestiame, ma che si deve piuttosto far cominciare e terminare il pascolo in un punto, e procedere successivamente fin che la prima porzione pascolata sia nuovamente rivestita d’erba sufficientemente alta. Ciascuna porzione non deve essere pascolata troppo a lungo per non offendere il ceppo delle erbe, e, se si può, non si permetta il pascolo, specialmente al bestiame minuto, quando il terreno sia troppo bagnato.

Il concime che si fa nei casolari di riparo durante la notte sia posto in luogo di facile trasporto sul prato, e dove le pioggie non possano dilavarlo e trascinarlo in basso troppo facilmente; si procuri di mescolarvi della terra e di lasciarlo decomporre ben bene, perchè in tal modo nello spanderlo penetra e resta più facilmente entro i pori della cotica. Spargendolo grosso, l’acqua ed il vento diminuiscono di molto il vantaggio del concime.

Allorquando si vede vicina la caduta delle nevi, si darà l’ultima passata al pascolo, e si dovranno mano mano concimare le porzioni pascolate. Questa operazione serve ad utilizzare alcuni momenti di ozio, e fatta per tempo difende maggiormente la cotica dal freddo, ed è tanto più conveniente ove la neve, cadendo presto o lasciando tardi in libertà il terreno, dovrebbesi concimare in primavera quando si hanno altre occupazioni, riuscendo anche di minor profitto per la stagione già troppo avanzata, e perchè il vento ed il sole asciugherebbero di troppo il letame. Sparso invece il concime in autunno si conserva sotto le nevi senza svaporare, ed ha maggior tempo di penetrare nel terreno.

Molti prati naturali, specialmente quelli sugli alti monti, che crebbero sotto il riparo delle foreste, quando le piante siano tagliate, soffrono maggiormente la siccità e specialmente il freddo, per cui non maturando i semi dell’erba primaticcia, a poco a poco sorgono erbe od arbusti più legnosi e duri, che finiscono col ridurre il pascolo in un terreno pieno di cespugli; tale è la sorte dei pascoli comunali molto alti sui monti. In questi abbisogna tardare più che si può il primo taglio od il primo ingresso del bestiame, acciò le erbe negli anni favorevoli possano maturare i semi, ed abbisogna levare