Pagina:Cantoni - Trattato completo di agricoltura, 1855, I.djvu/541

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della torchiatura. 533


Per evitare quest’inconveniente sarà di grande vantaggio l’avere la tinaja assai prossima alla cantina, perchè in allora si potrà travasare il vino nelle botti nel seguente modo. Sotto alla spina a robinetto si ponga un largo imbuto di legno, volgarmente pidria, la quale riceva il vino, avvertendo però che superiormente questo imbuto abbia una rete di filo di ferro, mobile o fissa, che non permetta il passaggio agli acini ancora interi, ai granelli o ad altri corpi. L’estremità di questo imbuto sia in comunicazione con una canna di corda inumidita, divisa in varj pezzi, da unirsi fra loro a norma della distanza cui si vuol condurre il vino. L’estremità di questa canna sia pure munita di un robinetto, e la si faccia giungere sino al fondo della botte che si vuol riempire, acciò il vino si agiti il meno possibile, e prima d’averla riempiuta perfettamente s’innalzi la canna, e per mezzo del robinetto se ne limiti il getto fino al punto che non siavi spazio vuoto, dopo di che si chiude la chiave.

In questo modo si evita l’agitazione ed il contatto dell’aria che il vino ordinariamente subisce col trasporto e col versamento nelle botti.

Le botti devono esser riempite perfettamente e turate con cocchiume, senza dar forti colpi di martello. Nello svinare s’abbia poi anche l’avvertenza di tener separato il primo e l’ultimo vino che esce dal tino, perchè essendo torbido, guasterebbe la limpidezza dell’altro.

Cavato il primo vino, di solito si passa a trarre le vinaccie dal tino e si fa la torchiatura; ma, nel caso che siasi tenuta a parte una porzione di mosto biancastro estratto dalle navazze prima della pigiatura, si potrà versarlo sulle vinaccie quantunque già fermentate, quando però siansi tenute immerse nella parte liquida.

Con questo mezzo, che volgarmente dicesi incappellatura, il mosto biancastro ancor fermentante comunica nuovamente la fermentazione alle vinaccie; cessata la quale, si ottiene un vino più colorato, e più forte di quello che sarebbesi ottenuto lasciando quel mosto nella botte a terminare la fermentazione.

della torchiatura.

§ 540. Dopo d’aver svinato, nel tino non rimangono che la feccia e le vinaccie, che si levano e si dispongono alla torchiatura.