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738 effetti della coltivazione del riso.

que che la minor popolazione ed il suo minor aumento nei paesi irrigui e singolarmente in quelli a risaja dipende piuttosto dalla maniera con cui è lavorato il terreno che dall’influenza malefica della coltivazione del riso, e molto meno dalla minor ricchezza di prodotto cui forse vogliono alludere molti stranieri, chè le provincie irrigue producono quasi il doppio in valore delle provincie asciutte, fuorchè tal prodotto è per la massima parte venduto.

Ciononpertanto è innegabile che l’umidità che in maggior copia d’estate si spande nell’atmosfera nei paesi ove si coltiva il riso, e che i lavori faticosì e fatti colle gambe nell’acqua e col dorso al sole, come succede nella mondatura dei risi, non che le putride emanazioni delle risaje nei momenti che vien loro tolta l’acqua, non predispongano gli abitanti di que’ paesi, e singolarmente i lavoratori, ad un maggior numero di malattie che non quelli dei paesi asciutti. E pur troppo alle febbri speciali de’ luoghi umidi, si aggiunge bene spesso il cretinismo, come nelle profonde e strette valli di montagna, frutto d’un’aria soverchiamente carica d’umidità e pesante. Ma se si hanno a deplorare alcuni svantaggi ove al prato ed alle altre coltivazioni si combinò quella del riso, devesi pur anco far calcolo del beneficio che ne ritrassero molti abitanti de’ luoghi ove erano dapprima le paludi e che ora sono convertite in risaja, per la maggior salubrità dell’aria che ne fu la conseguenza a cagione di quanto già vi esposi al § 446 parlando dei vantaggi dell’irrigazione. E finalmente osservando che anche nei paesi a risaja chi abita in locali bene riparati dalla maggior umidità notturna, e che si alimenta con cibi sostanziosi e che usa moderatamente di bevande alcooliche va quasi esente dalle malattie cui va incontro il lavoratore ordinariamente male alloggiato e mal nutrito, si potrà forse col tempo rimediarvi col procurargli buone abitazioni ed un vitto salubre, cui sia congiunto l’uso moderato delle bevande spiritose.

E pertanto si può concludere, che ben insensibili sono gli svantaggi arrecati dalla coltivazione del riso in confronto del grande utile che ne ritrasse l’agricoltura, e che prima di accagionarla di tristissimi effetti sulla popolazione, dovrebbesi piuttosto osservare quali altre circostanze influiscono sulla densità ed aumento della popolazione e fors’anco sulla maggior mortalità (realmente appena percettibile) dei paesi ove si coltiva il riso, cercandone il modo di rimediarvi.

fine del volume primo.