Pagina:Canzone sopra la vittoria seguita contra l'armata Turchesca, Venezia, 1572.pdf/6

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     E in verno era cangiata primavera.
Hor, che l’ira del Ciel, e ’l valor vostro
     Invitto Heroe ha domi, vinti, e sparsi
     Gli armati legni, e le nemiche schiere,
     Scopre l’alba il crin d’or, le guancie d’ostro
     E i bei lumi del Ciel, che pria celarsi
     Mostran letitia nelle eterne sfere.
     Con nove luci altere
     L’Hesperia ne gioisce in ogni parte,
     E ’l buon popol di Marte,
     Che vi ripon tra gli altri semidei
     Archi, palme, e trofei
     V’erge, e consacra, e rinovella in voi
     L’antica gloria dei gran duci suoi.
Sotto le vincitrici insegne sante
     Che spiegaste ver l’Euro, e incontra ’l Drago
     Che in Cipro, e in Creta havea già stese l’ali,
     La militia del Ciel tutta sembiante,
     C’hoggi in sua guardia ha ’l Tebro, e l’Adria, e ’l Tago
     Folgorando aventava accesi strali,
     Mentre, che gli empi, e frali
     Navigi un’angiol arde, un’altro affonda,
     E ’l vostro ardir seconda,
     Et qual intorno al nido suo s’aggira
     Augel, che spesso il mira
     La celeste Falange ogn’hor v’appressa
     Facendovi corona di se stessa.
Sallo Acheloo, che sgomentato, e mesto