Vai al contenuto

Pagina:Capella - L'anthropologia, 1533.djvu/120

Da Wikisource.
DELL'ANTHROPOLOGIA

Et quelli che sono più sani et più gagliardi con maggior gravezza infermano, et con più pericolo. Et questa nostri religiosi et frati che vanno alle donne predicando la conscienza, dicono che Dio gli amici suoi visita con le infermità et tribulationi. Et in vero l'infermità in molti è di gran bene cagione: perché gli fa pensare à molti loro errori, et ammendarsene. Che dirò delle forze corporali, le quali alla compagnia humana sono tanto dannose, ch'io oso dire che niente sia al mondo di maggior danno. conciosiacosa che quindi nascano le oppressioni de poveri, et le tyrannie: et beati noi se Iddio non havesse l'uno più che l'altro di forza dotato: ma la cupidigia di voler esser superiore, spigne i forti et per lecito, et per non lecito à soggiogare i deboli: et non solamente altrui, ma ancora à se stessa alle volte è nocevole la troppo forza. Milone Crotoniese, che in su le spalle un toro vivo per lo theatro portava fidandosi nelle sue braccia, si mise à volere la quasi fessa quercia aprire: et uscendone quegli stromenti che aperta la tenevano, mancandoli à poco à poco la forza, si lasciò chiuder dentro le mani: tal che per non esser ivi presso chi l'aiutarsse, rimase pasto alle fiere. Theseo et Pirithoo fidatisi delle forze loro propie, et dell'amico Hercole, essendo nati di mortali, tentarono haver per mogli le figliuole degli Dei: et andati all'inferno per rubbare Proserpina, presumendo di volerne trarre Cerbero ostante al lor troppo ardire, ivi rimasi danno le pene del lor errore. Io ho gia veduti alcuni, che troppo di se fidandosi, sono restati morti sotto i gravi pesi, che in su le spalle recati s'havevano. Per-