Pagina:Capuana - C'era una volta, 1902.djvu/166

Da Wikisource.

— Sai che ho pensato, marito mio? Noi abbiamo una figliuola che è un sole: conduciamola dal Re. Gli diremo che è la sua figliuola, resa così bella da una fata. La Reginotta la chiuderemo nel granaio e ve la lasceremo morire.

— Ma il Re come potrà crederlo?

— Ci ho tutti i segnali. —

Così fecero. Nel mezzo della notte, afferrarono la povera Reginotta, la chiusero in un granaio, e il giorno dopo condussero la loro figliuola al palazzo reale.

Il Re e la Regina, sentita quella storia della fata, rimanevano ancora incerti. Allora la ragazza, indettata, disse:

— Maestà, non vi ricordate di quando venivate nella mia camera colla cesta, e poi vi mettevate a dire piangendo: "Figliuola sventurata, sei nata Regina e non puoi godere della tua sorte"? —

Il Re e la Regina rimasero. Quelle parole non potea saperle nessun altro, che la loro figliuola! Abbracciarono la ragazza, e bandirono feste reali.

Ai due che l’avean condotta regalarono un monte di monete d’oro.

Intanto la povera Reginotta, dopo essersi per tre giorni stemperata in lagrime, cominciò a sentire anche fame. Chiamò più volte, domandando