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— Oh, che bellezza! Oh, che bellezza! Se fosse sangue reale, la prenderei per moglie. —
Il Re, che voleva bene al figliuolo quanto alla pupilla degli occhi suoi, mandò subito un ministro a domandarle se mai fosse di sangue reale.
— Sono. Ma se il Reuccio mi vuole, dovrà farmi tre regali.
— Che regali dovrebbe fare?
— La cresta del gallo d’oro,
la pelle del re Moro,
il pesce senza fiele.
Gli do tempo tre anni. Se no, non mi può avere. —
Il Reuccio partì alla ricerca del gallo d’oro, che si trovava in certi boschi pieni di animali feroci. E c’era un gran pericolo: chi lo sentiva cantare, moriva. Dopo mille fatiche e mille stenti, una mattina il Reuccio scoperse il gallo d’oro appollaiato su d’un albero. Tirargli e ammazzarlo fu tutt’una. E tornò trionfante.
— Va bene — disse la Reginotta. — Mettetelo lì. Aspetto la pelle del Re Moro. —
Il Re Moro era terribile. Con lui, fin allora non ce n’avea potuto nessun guerriero. Il Reuccio mandò a sfidarlo: ne voleva la pelle.
— Venga a prendersela. —