Pagina:Capuana - C'era una volta, 1902.djvu/202

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a quell’uovo? Ho mangiato la testa del galletto, ed esso mi canta dentro lo stomaco. Se non me ne liberi, tienti per morta!

— Maestà, datemi un giorno di tempo. —

E tornò subito a casa:

— Ah, gallettina mia! Sono stata chiamata dal Re. Ho mangiato la testa del galletto, ed esso mi canta dentro lo stomaco. Se non lo libero, sarò morta!

— Vecchina mia, questo è nulla. Domani prenderai un po’ di becchime, tornerai dal Re e farai: billi! billi! Sentendo la tua voce, il galletto verrà fuori. —

E così fu.

La cosa era troppo strana. Il galletto diventò famoso, e tornò a fare peggio di prima.

Una mattina, avanti l’alba:

— Chicchirichì! Maestà, vo’ una gallina.

— E diamogli una gallina! —

Il giorno appresso, avanti l’alba:

— Chicchirichì! Maestà, vo’ un’altra gallina.

— E diamogli un’altra gallina! —

Insomma, ne volle due dozzine.

Un’altra mattina, avanti l’alba:

— Chicchirichì! Maestà, vo’ gli sproni d’oro.

— E sproni d’oro siano! —