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70 | senza-orecchie |
La Reginotta non si perdette d’animo. Appena aggiornava, era al suo posto; ma la secchia non calava.
E passarono altri due giorni.
Una mattina, mentre lei piangeva dirottamente, guardando fisso nell’acqua vide lì un pesciolino rosso, che parea d’oro, colla coda bianca come l’argento, e con tre macchie nere sulla schiena.
— Ah! pesciolino, tu sei felice! Tu sei libero in mezzo all’acqua, ed io qui sola, senza parenti nè amici! —
Il pesciolino montava a fior d’acqua, dimenando la coda, aprendo e chiudendo la bocca; pareva l’avesse sentita:
— Ah! pesciolino, tu sei felice! Tu sei libero in mezzo all’acqua, ed io qui sola, senza parenti nè amici. Fra quattro giorni sarò mangiata! —
Il pesciolino rosso, dalla coda bianca e dalle tre macchie nere sulla schiena, s’era accostato alla sponda:
— Se tu fossi di sangue reale e volessi sposarmi, saremmo liberi tutti e due. Per vincere il mio incanto non ci vuol altro.
— Son sangue reale, pesciolino d’oro, e son tua sposa fino da questo momento.