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160 | luigi capuana |
E rifecero la strada.
— Ah, mago Barba—d’oro! Mi scappò detto fata Cicogna!
— Non vi perdete d’animo. Fate fare un gran nido d’oro e portateglielo; non c’è altro rimedio, Principessa.
— Faremo fare un gran nido d’oro — disse il Principe. — Ma che cosa significano le parole: È figlio e non è figlio? Frittata e non frittata?
— Ve lo deve dire soltanto fata Cicogna. —
Tornarono al castello, che erano quasi irriconoscibili, ed ordinarono subito un gran nido di cicogna tutto d’oro. Quando fu pronto, dopo un mese, Principe e Principessa si rimisero in cammino, ma questa volta a cavallo, e andarono direttamente da fata Cicogna.
Stava sul tetto, ritta sopra un piede, col collo nascosto sotto un’ala: dormiva.
Attesero che si svegliasse.
— Fata Splendore, fata Splendore, ci manda il mago Barba—d’oro.
— Io mi chiamo Cicogna e non Splendore! —