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A dodici anni, il Re gli diè un precettore che doveva istruirlo nei vari esercizi del corpo, e un altro che doveva insegnargli tutto quel che è necessario ad ornare la mente di un futuro sovrano.
Il Reuccio tirava di arco e balestra, cavalcava, ma ascoltava più volentieri gli insegnamenti dell’altro precettore. Gli piaceva di apprendere il nome di tutte le piante, di tutti i fiori, di tutti gli animali che vedeva nelle passeggiate pei giardini del palazzo reale; e mostrava grande interesse specialmente per gli uccelli di preda, per gli animali non ancora addomesticati.
Sentendo parlare di leoni, di tigri, di leopardi, domandava: — Perché non vengono allevati come i cani e i cavalli?
— Perché divorano gli uomini.
— Anche quando sono piccoli?
— Ma non restano sempre piccoli.
Non sapeva persuadersene, e pregava il Re:
— Maestà, dovreste regalarmi un leoncino!