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E così Carbonella ricomparve di nuovo in presenza del Re. Era più nera, più sciatta che mai, carbonella addirittura; ma, vispa e tranquilla, perché sapeva di non aver fatto, questa volta, niente di male.
La tremarella l’avevano addosso i suoi padroni trascinati fino al palazzo regale, legati alle code dei cavalli.
— Perché non volevate lasciar venire la ragazza?
— Perdono, Maestà; avevamo un patto con lei: mangiare, bere e vestire, e doveva servirci per dieci anni.
— Come mai questo patto?
— Per carità di lei, Maestà.
— Infatti è così ben nutrita, è così ben vestita, che sembra una stracciona morta di fame! E che servigi doveva fare?
— Quasi niente, Maestà. Lavava i panni, ripuliva...
Erano impacciati; non dicevano la verità; quel che la ragazza toccava, bagnato, sembrava macchiato di giallo scuro; asciutto, luccicava come coperto