Pagina:Capuana - Chi vuol fiabe, chi vuole?.djvu/42

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corse ad abbracciare la povera cèchina che cantava malinconicamente:

— Attendo, attendo nella buia notte.

— Babbo, perché mi abbracci così forte?

— Perché io ti voglio bene, figliola mia!

Non le disse altro. Pensava:

— Se parlo, forse guasto!

Quella notte, a mezzanotte, il solito forte picchio a l’uscio.

— Picchiano, babbo!... È la buona sorte!

— Ti è parso, figliola mia!

— Lasciami andare ad aprire, babbo! Se va via, non torna più!

Si udì un altro picchio, più forte.

— Hai sentito, babbo?

— Ti è parso, figliola mia.

La cèchina saltò giù dal letto nonostante che le gambe la reggessero a stento; saltò giù anche il padre e la trattenne.

— Ah, padre scellerato! Non vuoi che apra alla buona sorte!

Si udì un terzo picchio più insistente.