Pagina:Capuana - Chi vuol fiabe, chi vuole?.djvu/69

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braccia. E corsero fino in fondo, dove l’altra volta non erano arrivati. Le pietre preziose erano tali e tante, che essi non sapevano decidersi da che parte rifarsi per riempirsi le tasche. — Questa! — No, quest’altra! — No, quella là!

— Non dubitare. Ritorneremo domani, domani l’altro e altri giorni e mesi ancora. Ora i padroni siamo noi. Non c’è più incanto.

— Ricorda il patto! Ricorda il patto!

— Scelgo il meglio per te.

Questo non era vero; le pietre più belle e più grosse se le metteva in tasca lui. Esse pesavano, ma non come l’altra volta, da impedir loro di muovere un passo.

Sul punto di uscire dalla grotta, esitarono un po’, ricordando le legnate di quel giorno; ma non vedendo balenare bastoni per aria, rientrarono nella grotta, e dietro le loro spalle la porta si richiuse tutt’a un tratto ruvida, quasi di bronzo, com’era prima.

— Avete dormito bene, compari?

— Come su un letto di rose.