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182 | luigi capuana |
Don Pietro aveva ragione; era una fatalità: in casa sua nessuno sognava! E se qualcuna sognava, sveglia, non rammentava che cosa avesse sognato!
Compare Giammona, invece, soleva fare due, tre sogni ogni notte, ma inconcludenti, da non poter ricavarne numeri che portassero fortuna.
C’erano gli avvenimenti della settimana, le grandi disgrazie riferite dai giornali, le piccole disgrazie che accadevano in paese.
Don Pietro e il compare perdevano intere giornate per cavarne i numeri infallibili. E quando li avevano scelti, restavano a contemplarli, estatici, scritti, anzi, sgorbiati dal compare su un pezzo di carta.
E don Pietro, sodisfatto, esclamava:
— Questa volta sono parlanti! Mi par di leggerli su la tabella del botteghino.
— Sono parlanti! — ripeteva compare Giammona.
E la sera del sabato si mordevano le mani, tiravano qualche moccolo. Invece del 35 era venuto il 36! Invece dell’82 era uscito l’83! Invece del 68, il 69! Pareva che lo avessero fatto per dispetto quei numeri infami!