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248 luigi capuana


La signora Giani — Làlia, come era già arrivato a chiamarla — non aveva opposto molta resistenza.

— Fo male, lo so; ma se lo merita!

Possibile? Bortolo Giani, il mellifluo, il cortesissimo, il gentilissimo era un brutale tiranno nell’intimità? Làlia rappresentava dunque una schiava che rompeva le sue catene, una vittima che prendeva la sua rivincita?

E se la sentiva tremare fra le braccia come scossa da terribili presentimenti, e cominciava a provare anche lui certi brividi, quando Làlia sembrava di divertirsi nell’immaginare tranelli, nel supporre raffinate combinazioni di vendetta da parte del marito che, per ora, fortunatamente non si era accorto di nulla o fingeva di non essersi accorto di nulla.... a fine di rassicurare i colpevoli e sorprenderli quando meno se lo sarebbero atteso.

Quel che Làlia ideava per deviare i sospetti del marito era proprio incredibile: una specie di corsa vertiginosa da appartamentino ad appartamentino, da camera mobiliata a camera mobiliata, da albergo ad albergo fuori mano.

E ciò contribuiva ad accrescere per Biagi il va-