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sanguedolce | 71 |
— Lo facciamo, sì o no, questo matrimonio? Venite a confessarvi; è un pezzo che non vi accostate al santo tribunale della penitenza.
— Voglio mettere insieme un bel mucchio di peccati e scaricarmene tutt’a una volta... Ma di quella cosa non ne parliamo, signor canonico!
E, finalmente, neppur lui gli disse più niente.
Ma, ecco, una mattina — era domenica e Sanguedolce si preparava ad uscir di casa per andare a sentir la messa — ecco Luciano, il nipote, che entra in camera di lui, gli si pianta davanti rispettoso ma risoluto, con le sopracciglia aggrottate e le labbra aride che quasi gli impedivano di formar le parole.
— Che c’è? — domandò Sanguedolce.
— C’è, zio, che io chiedo di sapere per qual ragione vi opponete al mio matrimonio con Tana La Mira. Voglio mettermi il cuore in pace. Per me.... o lei, o lei! Devo perdervi di rispetto? Siete stato il mio secondo padre.
— Che ti figuri? Che io mi impaurisca di cotest’aria minacciosa?
— Ma che v’ha fatto quella povera figlia? Perchè ce l’avete con lei?
— Non l’ho con nessuno. Dico di no, e no de-