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il mugnaio 215

Rimandò il garzone:

— Avanti di sposare, Sua Maestà vuole accertarsi che il vostro corno è davvero quello dell’abbondanza. —

Il mugnaio rispose:

— Chi non lo crede, suo danno. —

Il Re si persuase che il mugnaio diceva il vero. Anche per un Re, che può avere quattrini quanti ne vuole, il corno dell’abbondanza non sarebbe stato cattivo. Sposare però una figliuola di mugnaio, tutta infarinata, Sua Maestà non se la sentiva. Giorno e notte intanto ripensava a quel corno. Dormendo, lo sognava. Gli pareva di vederne uscire ogni ben di Dio. Bastava dire: Corno, dammi questo! Corno, dammi quello! Il corno si trovava pronto a ogni richiesta. Era una bellezza.

— Se accadesse come nel sogno! —

Il Re ormai aveva fitto il chiodo lì; e radunò il Consiglio della Corona.

— Voglio sposare una delle figlie del mugnaio!

— Maestà, sangue di Re richiede sangue di Re!

— Quando avrò in mano il corno dell’abbondanza, so io come fare. —

I Ministri chinarono il capo. E uno di loro