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Il Re mandò attorno un banditore:

— Chi reca la risposta dalla mattina alla sera avrà tant’oro, quanto può portarne il cavallo con cui ha fatto la corsa. —

Si presentò soltanto il gessaio a cavalcioni dell’asino spelato, pieno di guidaleschi e con la coda mozza.

— Maestà, vado io.

— Con quest’asino?

— Con quest’asino.

— E se non porti la risposta dalla mattina alla sera?

— Mi farete tagliare la testa. —

Il Re gli consegnò la lettera, e il gessaio partì.

Davanti il palazzo reale e per la via un gran folla si pigiava per vedere lo strano spettacolo. L’asino andava a passi di formica, balenando su le gambe scarne, e con le orecchie ciondoloni. E la gente rideva.

— Gessaio, arriverai fra un anno?

— Gessaio, ti pesava la testa sul collo? —

Il gessaio li lasciava dire, e lasciò che l’asino andasse di quel passo fino alla porta della città, senza nè gridargli un arri! nè dargli un colpo di pungolo.

— Gessaio, arriverai fra un anno?