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i due vecchietti 279

— Neppure io provo niente. Forse quella vecchia ci ha canzonati.

— Ho sonno; andiamo a letto.

— Andiamo a letto. —

E, imbronciti, si coricarono.

— Fatti più in là! Sto proprio su l’orlo.

— Io sto per cascare. —

La moglie diè uno spintone, il marito un altro; il letto traballava. Avevano una forza insolita. Ah! L’acqua operava. Allora si chetarono, aspettando.

La mattina, allo svegliarsi, si trovarono diventati ragazzi. Ma non si riconoscevano.

— Tu chi sei? E che ci fai qui?

— Io sono a casa mia. E tu chi sei?

— Che t’importa? Facciamo il chiasso.

— Facciamo il chiasso. —

E si misero a ruzzare sul letto, con salti e capriole. Più tardi, aprirono la porta e si trovarono nella via.

— Tu per dove vai?

— Per qua.

— Io per quest’altra parte. —

Si voltarono le spalle, senza neppur salutarsi, e se n’andarono ognuno pei fatti suoi.

Il ragazzo incontrò un signore.