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72 I. L. CARAGIALE


tilmente di scacciare i pensieri che lo tormentano — il canto che viene di fuori lo strazia più forte: Ileana sua figlia, la moglie di Matache, sta seduta nel cortile col mento appoggiato sulle palme delle mani e canta.

Ileana canta bene, si sa; ma adesso il fuoco del suo canto è ben diverso; la sua voce arde. L’uomo, che aveva tanta esperienza, ascoltava mordendosi le labbra; egli sospettava... no, capiva bene la forza che aveva disteso tanto le corde della cantatrice.

Un’aria semplice e monotona — ma quanti significati, che smania di anima, quante promesse smisurate e che passione cieca! La figlia cantava la gioventù di lui.

Quel canto lo innalzava come su ali larghe e vigorose e lo portava trent’anni indietro... Ritornando verso l’attimo presente egli contava, a uno a uno, gli anelli che formavano la catena della sua vita.

Il canto di Ileana gli faceva troppo male; era insopportabile: doveva essere soffocato. Il padre uscì sulla soglia e la chiamò bruscamente. — Ella tacque e si avvicinò.

«Ileana, Ileana, disse il pope con un tono di