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NOVELLE ROMENE 109


molta difficoltà svegliai un servitore e trovai il mio cavallo, gli misi la sella, lo condussi alla scala e salii nella stanza per congedarmi dalla padrona. — La padrona assorta nei suoi pensieri stava seduta sul letto tenendo in mano il mio berrettone e girandolo continuamente.

— Quanto ho da pagare? domandai..

— Mi pagherete quando ritornerete, rispose la padrona, guardando fissamente nel fondo del berrettone.

Poi si alzò e me lo porse. Presi il berrettone e lo posi sulla testa, un pò, inclinato. Guardandola fisso negli occhi, che brillavano ardentemente, le dissi:

— Vi bacio gli occhi, signora Marghioala! —

— Buon viaggio! —

Saltai in sella; la vecchia serva mi aprì il portone e partii. Appoggiato con la mano sinistra sulla coscia del cavallo, voltai la testa: al di sopra della siepe alta si vedeva la porta della camera aperta che riquadrava le forme bianche della donna, che si adombrava gli archi delle sopracciglia con la palma,