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NOVELLE ROMENE 17


mezzogiorno, più basso a causa delle sorgenti che scaturiscono dalle montagne, si formano delle maremme profonde, dalle quali si alzano come spazzole canneti fittissimi. Tra la parte paludosa e la parte più alta che si stende verso il settentrione, nel mezzo della vallata, si trova l'osteria di Leiba: è un edifizio antico, di pietra, forte come una piccola fortezza; benché il terreno sia acquitrinoso, l’osteria ha i muri e le cantine ben secche.

Sentendo la voce di Sura, Leiba si alzò penosamente dalla sedia, stiracchiandosi le membra stanche, guardò attentamente all’orizzonte verso l’Oriente: neanche l’ombra della diligenza.

«Non viene, ti è parso...» rispose egli a sua moglie e si mise a sedere di nuovo.

Molto turbato incrociò le braccia sulla tavola e vi pose sopra la testa che gli bruciava forte.

Al calore del sole di primavera, che cominciava a far ribollire la superficie delle maremme, un languore piacevole s’impadronì dei suoi nervi, e il pensiero cominciò a filare sul fuso della coscienza ammalata, più raramente, sempre più raramente, scemando a poco a poco le forme ed i colori delle immagini.

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