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NOVELLE ROMENE 29

Le campane sulla collina annunziavano la resurrezione... Vuol dire che è mezzanotte passata; il mattino è vicino... Ah! se anche il resto di questa lunga notte passasse come la prima metà!

... Uno scricchiolio di sabbia pestata sotto le scarpe! Ma egli ha solo le calze e non ha nemmeno mosso il piede... un secondo scricchiolio... molti... senza dubbio ci dev’essere qualcuno fuori, qui, vicinissimo. Leiba si alza comprimendosi il petto con la mano e tentando di vincere un nodo ribelle che gli sale alla gola...

... Ce ne sono parecchi fuori... è Giorgio! Sì, è lui, sì, è apparso sulla collina proprio nell'ora della resurrezione.

Parlano con voce sommessa.

«Ma se io ti dico che dorme... Ho visto quando ha spento il lume.»

«È meglio; mettiamo la mano sulla nidiata intera.»

«Il portone l’apro io, conosco il segreto. Tagliamo la finestrina... La trave passa di qui.»

E si sentì il palpare dell’uomo che misurava di fuori la distanza sul legno...

Un grande succhiello si sentì rodere i tessuti secchi della vecchia asse di quercia... Zibal ha bisogno