Pagina:Carli - Noi arditi, 1919.djvu/12

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All’Italia mancava appunto la formula concreta per canalizzare la bellezza e la superiore temerarietà delle sue eroiche giovinezze, sparse dovunque e non rivelate. Mancava un nome e una divisa al coraggio. Bisognava raccogliere e rendere riconoscibili con un distintivo queste centomila potenze nascoste, che soffocavano nella giubba chiusa. Si è spalancata la giubba, si è aperto il cuore di questi valorosi. La gioventù d’Italia ha avuto un immenso sorriso di gioia. Gli occhi hanno lampeggiato di possibilità eccezionali, le mani hanno cercato un pugnale.

Ed è balzato fuori, sintesi miracolosa della nostra razza, l’Ardito.

L’Ardito, il futurista della guerra, l’avanguardia scapigliata e pronta a tutto, alleggerita, agilizzata, sfrenata, la forza gaia dei vent’anni che scaglia le bombe fischiettando i ricordi del Varietà. Si era finalmente trovato il tipo di soldato nostro, assolutamente nostro, diverso dal bersagliere, dall’alpino, dallo zuavo francese, dal pattugliere tedesco, dall’assaltatore austriaco, e adatto alle imprese più inverosimili, alle audacie più incredibili, alle avventure individuali che toccavano il fantastico e il leggendario.

Si era finalmente saputo riconoscere e sfrenare il carattere essenziale del nostro popolo: l’agi-

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