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56 Open source, software libero e altre libertà

di software tutto sommato simile. E anche nel caso in cui il software sia proprio lo stesso, bit per bit. Un esempio chiarirà meglio: Red Hat1 realizza una delle distribuzioni di Linux più conosciute, appetibile soprattutto in installazioni di livello industriale. Oracle ha potuto prendere l’intera distribuzione di Red Hat e offrirla ai propri clienti tale-quale. L’unica differenza è che non ha potuto “venderla” con il marchio Red Hat. In questo caso è difficile stabilire se valga di più il marchio Red Hat o quello di Oracle, quello che importa è che i prodotti abbiano un marchio diverso così ognuno “vale” per quanto sono i meriti della propria attività, e non ci si appropria di quelli altrui.

Resta il fatto che il nome del prodotto da cui il prodotto rimarchiato deriva potrà essere comunque presente, ma in funzione descrittiva, per designarne l’origine, dunque in buona fede, in modo non apparente come il marchio del secondo operatore, in modo da non causare confusione quanto all’origine del prodotto e l’identità del produttore.

Allo stesso nel caso di un operatore che realizza software open core, in dual licensing o ibrido, con un marchio riconosciuto, un concorrente potrà affermare di supportare la versione community della propria controparte, usando per offrire i propri prodotti e servizi il marchio del produttore originale, in versione descrittiva.

Sarà possibile anche per il concorrente distribuire la versione community della propria controparte senza rimarchiarla? La risposta è tendenzialmente negativa.

Il principio di esaurimento prevede che il marchio (come anche il copyright) non possa essere utilizza-

  1. https://redhat.com/.