Pagina:Carlo Rosmini Ragionamento degli Scrittori Trentini 1792.djvu/29

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di Carlo Rosmini. 29

disposizione medesima in cui l’avea lasciata, ma disdegnosa e crudele, e ciò, o perchè, com’egli mostra di sospettare, la lontananza avesse a lui nociuto, e avesse favorito qualch’altro più fortunato amatore, come suole accadere, o piuttosto perchè la Bella divenuta più saggia, non più volesse dar retta a vaneggiamenti amorosi. Che che si fosse, egli non fece altro mai più che dolersi, e folleggiando desiderarsi la morte, la qual pur troppo, come dissi, venne a cadere nella parte a lui più cara, cioè nella Donna, in sul più bel fiorire degli anni: il che diè a lui motivo di far molte patetiche riflessioni morali sulla vanità delle cose del mondo.

Ecco le scarse ed imperfette notizie che di Cristoforo Bucetti m’è venuto fatto di raccogliere dal suo Canzoniere mancandomi ogn’altro mezzo onde attignerne di migliori e più importanti. Quando ei morisse, anche questo emmi ignoto. Nell’anno 1571, egli viveva ancora, come apparisce da un sonetto di lui che al fine trovasi delle sue rime, composto sopra gli apparecchiamenti di guerra che il Turco faceva, la qual guerra non sapevasi a queste parti in chi dovesse cadere [come da un’annotazion si rileva di man del Poeta] e nella quale poi si distinsero tanto i Cristiani, e i Veneti singolarmente, colla piena sconfitta de’ Munsulmani.