Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/28

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contrarie? Ora mi mostra gran povertá d’invenzione, poiché non si sono potute trovare due similitudini diverse, o ’1 significare due cose diverse, adoperandosene una sola, cioè quella dello splendore in significare gli effetti del valore e gli spiriti della poesia; la qual fu pòrta al Caro, senza fatigar l’intelletto, dalla significazione del nome di Febo, il quale conveniva di necessitá che gli venisse in mente, per la cosa di che dovea parlare, a cui è dio sopraposto. Adunque mi piacerá molto che mi diciate di nuovo, se siete ancora di quel parere che queste opposizioni siano puerili e vane, come eravate testé. —

Ora, dette queste parole, il grammaticuccio, e facendo bocca da ridere, si tacque. — Oh! — diss’io, — voi mi parete ragionar di queste opposizioni non altramente che farebbe l’opponente stesso. E parmi di comprendere che egli non sia punto dissimile da voi. Ma lasciamo questo. Noi ormai siamo certi che ne siate l’autor voi. Perché, senza niuno infingimento, raccontateci, vi preghiamo, raccontateci la cosa tutta; come e quando ed a chi la scriveste voi. — Ma egli non mi lasciò finire a pena queste poche parole che, ridendo quanto poteva piú, senza darci altra risposta, se n’andò via.