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alzava l’animo sì, che l’ingiuria non pervenisse a lui. L’uso di meditare e di vivere ritirato l’avea fatto alquanto taciturno, non però tanto, che venisse scemata la piacevolezza, che avea sortito dalla natura.

Cartesio ragionò della morale. Alla sua vita erano norma queste quattro massime: 1.o Obbedire in ogni cosa alla religione ed alle giuste leggi del paese suo. 2.o Non legare giammai la sua libertà per l’avvenire. 3.o Tener sempre il mezzo in tutte cose, perciocchè ogni estremo suol esser vizioso. 4.o Adoperarsi al possibile a vincere anzi sè, che la ventura, perchè i nostri desidéri, e non l’armonia del mondo dipende dal nostro senno, e perchè nulla è più nostro dei nostri pensieri. Se tale filosofo non ci avesse lasciato che questi princìpi sì alti, e tutti pieni di verità, non avrebbe egli meritato assai degli uomini? Egli non vi ha certo miglior modello a proporre per farne ritratto di un filosofo convinto che le sue meditazioni, e la sua scienza non lo sciolgono dagli obblighi i quali stringono ogni uomo.

La matematica sa grado a Cartesio di molti trovati l’ingegnoso metodo dei coeficenti indeterminati, la teoria delle equazioni algebriche, il principio fondamentale della diottrica, e sopra più l’applicazione dell’algebra alla geometria. Come metafisico egli ha ragione alla riconoscenza degli uomini per essersi adoperato a scuotere il giogo, cui da sì lungo tempo inchinava l’umano pensie-

ro. Il discorso del metodo di ben condurre la ragione, e trovare nelle scienze la verità è diviso in sei parti: 1.o Considerazioni sulle scienze. 2.o Le regole principali del metodo. 3.o Le regole della morale. 4.o Le prove dell’esistenza di Dio e dell’anima. 5.o L’ordine delle quistioni di fisica esaminate dall’autore. 6.o Il come sentire più avanti nella conoscenza della natura. La base di tutto questo libro si è il famoso assioma: Io penso, dunque io sono.

La Diottrica di Cartesio tratta della luce rifratta. Pubblicò altresì una Meteorologia, scienza male conosciuta fino a’ nostri dì; e poi una Geometria. Quivi nè un’ombra pure d’errore. Quest’opera come che non risplenda di troppo ordine, pure è ricca di utili trovati, infra i quali l’applicazione dell’algebra ai problemi indeterminati, ad alla teoria delle curve. Pose alla luce sei meditazioni metafisiche, nelle quali egli mostra l’esistenza di Dio, e l’immortalità dell’anima. Queste scrisse in latino: Perchè, dice nella prefazione, il cammino per cui mi son messo è sì poco conosciuto, e sì fuori della strada comune, che ho creduto non doverlo mostrare in francese, e per un discorso, che tutti potessero leggere: e così gli spiriti deboli non crederanno sia lor permesso di tenere questa via.

Non possiamo por miglior fine a quest’istoria che col far sapere, che il nostro filosofo fu sì amico dell’umanità, che seppe trionfare di tutti i pregiudizi filosofici.


Cesare Valentino Bertocchi tradusse