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Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/114

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98 il cortegiano


ragionate un poco sopra questo, ed insegnateci come si possan discerner le cose veramente buone dalle apparenti. — Perdonatemi, disse messer Federico; io non voglio entrar qua, chè troppo ci saria che dire, ma il tutto si rimetta alla discrezion vostra.

XXIV. Chiaritemi almen un altro dubio, — replicò il signor Gasparo. E che dubio? — disse messer Federico. Questo, rispose il signor Gasparo. Vorrei sapere, essendomi imposto da un mio signor terminatamente quello ch’io abbia a fare in una impresa o negozio di qualsivoglia sorte, s’io, ritrovandomi in fatto, e parendomi con l’operare più o meno o altrimenti di quello che m’è stato imposto, poter fare succedere la cosa più prosperamente o con più utilità di chi m’ha dato tal carico, debbo io governarmi secondo quella prima norma senza passar i termini del comandamento, o pur far quello che a me pare esser meglio? — Rispose allora messer Federico: Io, circa questo, vi darei la sentenza con lo esempio di Manlio Torquato, che in tal caso per troppo pietà uccise il figliolo, se lo estimassi15 degno di molta laude, che in vero non l’estimo; benchè ancor non oso biasimarlo, contra la opinion di tanti secoli: perchè senza dubio è assai pericolosa cosa desviare dai comandamenti de’ suoi maggiori, confidandosi più del giudicio di sè stessi che di quegli ai quali ragionevolmente s’ha da ubedire; perchè se per sorte il pensier vien fallito, e la cosa succeda male, incorre l’uomo nell’error della disubedienza, e ruina quello che ha da far senza via alcuna di escusazione o speranza di perdono; se ancor la cosa vien secondo il desiderio, bisogna laudarne la ventura, e contentarsene: pur con tal modo s’introduce una usanza d’estimar poco i comandamenti de’ superiori; e per esempio di quello a cui sarà successo bene, il quale forse sarà prudente ed arà discorso con ragione, ed ancor sarà stato ajutato dalla fortuna, vorranno poi mille altri ignoranti e leggieri pigliar sicurtà nelle cose importantissime di far al lor modo, e, per mostrar d’esser savii ed aver autorità, desviar dai comandamenti de’ signori: il che è malissima cosa, e spesso causa d’infiniti errori. Ma io estimo che in tal caso debba quello a cui tocca considerar maturamente, e quasi porre in