Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/14

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quest’opera, più non ne fu publicata in Italia che una sola edizione intera nei secoli decimosettimo e decimottavo, e sole tre secondo la correzione del Ciccarelli; fra le quali tuttavia è degna di memoria quella dei fratelli Volpi (1735), che, oltre all’avere restituito alcuni più innocenti fra i passi tolti dal Ciccarelli, corresse accuratamente il testo con un diligente confronto dell’edizione originale del 1528; e su questa edizione, ma coll’aggiunta dei passi omessi dal Volpi, è fatta l’edizione di Vicenza, come pure, quantunque assai negligentemente, quella di Milano detta dei Classici, dalla quale derivano tutte le edizioni posteriori.

In difetto del manoscritto originale, il quale sembra essere passato in Francia, e, venuto in potere del Professore Guglielmo Libri, trovarsi ora colla maggior parte della ricca sua biblioteca in Inghilterra:1 abbiamo creduto dover seguire esclusivamente le edizioni Aldine, tratte dall’esemplare spedito di Spagna per la stampa dall’Autore. A fondamento dell’ edizione abbiamo posto quella del 1528, la quale, non tenuto conto degli evidenti errori tipografici, pel testo e per l’ortografia appare avvicinarsi più che alcun’altra all’originale dell’Autore; nè mai da questa ci siamo dipartiti senza avvertirne in nota il lettore: sebbene siansi tenute ad accurato confronto anche le seguenti Aldine, delie quali abbiamo portato in nota le principali varianti. Restano tuttavia alcuni luoghi, dove la lezione di tutte le Aldine è evidentemente falsa; e quivi, avvertendone il lettore, abbiamo ricevuto le emendazioni del Dolce o dei Volpi, e rare volte alcuna nostra congettura. In fine dell’opera riproduciamo alcuni passi del Cortegiano diversi da quelli che si trovano nelle edizioni, i quali furono per la prima volta publicati dall’Abbate Pierantonio Serassi, tratti dalla prima bozza del Cortegiano, che si conservava e sembra conservarsi tuttora presso gli eredi del Castiglione. Nè vi ha dubio, che il confronto di quella bozza

  1. Revue des Deux—Mondes, 18S2, cahier de mai, page 323.