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196 | il cortegiano |
delle saggie e magnanime donne; le quali in tanto da Romolo
furono remunerate, che, dividendo il popolo in trenta
curie, a quelle pose i nomi delle donne Sabine.
XXXI. Quivi essendosi un poco il Magnifico Juliano
fermato, e vedendo che ’l signor Gasparo non parlava, Non
vi par, disse, che queste donne fossero causa di bene agli
loro uomini, e giovassero alla grandezza di Roma? — Rispose
il signor Gasparo: In vero queste furono degne di molta laude;
ma se voi così voleste dir gli errori delle donne come le buone
opere, non areste taciuto che in questa guerra di Tito Tazio
una donna tradì Roma15, ed insegnò la strada ai nemici d’occupar
il Capitolio, onde poco mancò che i Romani tutti non
fossero distrutti. — Rispose il Magnifico Juliano: Voi mi fate
menzion d’una sola donna mala, ed io a voi d’infinite buone;
ed, oltre le già dette, io potrei addurvi al mio proposito
mille altri esempii delle utilità fatte a Roma dalle donne, e
dirvi perchè già fosse edificato un tempio a Venere Armata,
ed un altro a Venere Calva, e come ordinata la festa delle
Ancille a Junone, perchè le ancille già liberarono Roma dalle
insidie de’ nemici. Ma, lasciando tutte queste cose, quel magnanimo
fatto d’aver scoperto la congiurazion di Catilina,
di che tanto si lauda Cicerone, non ebbe egli principalmente
origine da una vil femina? la quale per questo si poria dir
che fosse stata causa di tutto ’l bene che si vanta Cicerone
aver fatto alla republica romana. E se ’l tempo mi bastasse,
vi mostrarei forse ancor le donne spesso aver corretto
di molti errori degli uomini; ma temo che questo mio
ragionamento ormai sia troppo lungo e fastidioso: perchè
avendo, secondo il poter mio, satisfatto al carico datomi da
queste signore, penso di dar loco a chi dica cose più degne
d’esser udite, che non posso dir io,
XXXII. Allor la signora Emilia, Non defraudate, disse, le donne di quelle vere laudi che loro sono debite; e ricordatevi che se ’l signor Gaspar, ed ancor forse il signor Ottaviano, vi odono con fastidio, noi, e tutti quest’altri signori, vi udiamo con piacere.— Il Magnifico pur volea por fine, ma tutte le donne cominciarono a pregarlo che dicesse: onde egli ridendo, Per non mi provocar, disse, per nemico il si-