Pagina:Castiglione - Il libro del Cortegiano.djvu/264

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248 il cortegiano


con poca fatica gli verrà fatto, e così potrà aprirgli sempre la verità di tutte le cose con destrezza; oltra di questo, a poco a poco infondergli nell’animo la bontà, ed insegnargli la continenza, la fortezza, la giustizia, la temperanza, facendogli gustar quanta dolcezza sia coperta da quella poca amaritudine, che al primo aspetto s’offerisce a chi contrasta ai vizii; li quali sempre sono dannosi, dispiacevoli, ed accompagnati dalla infamia e biasimo, così come le virtù sono utili, gioconde e piene di laude; ed a queste eccitarlo con l’esempio dei celebrati capitani e d’altri uomini eccellenti, ai quali gli antichi usavano di far statue di bronzo e di marmo, e talor d’oro, e collocarle ne’ lochi publici, così per onor di quegli, come per lo stimolo degli altri, che per una onesta invidia avessero da sforzarsi di giungere essi ancor a quella gloria.

X. In questo modo per la austera strada della virtù potrả condurlo, quasi adornandola di fronde ombrose e spargendola di vaghi fiori, per temperar la noja del faticoso cammino a chi è di forze debile; ed or con musica, or con arme e cavalli, or con versi, or con ragionamenti d’amore, e con tutti que’ modi che hanno detti questi signori, tener continuamente quell’animo occupato in piacere onesto, imprimendogli però ancora sempre, come ho detto, in compagnia di queste illecebre, qualche costume virtuoso, ed ingannandolo con inganno salutifero; come i cauti medici, li quali spesso, volendo dar a’ fanciulli infermi e troppo delicati medicina di sapore amaro, circondano l’orificio del vaso di qualche dolce liquore4. Adoprando adunque a tal effetto il Cortegiano questo velo di piacere in ogni tempo, in ogni loco ed in ogni esercizio conseguirà il suo fine, e meriterà molto maggior laude e premio, che per qualsivoglia altra buona opera che far potesse al mondo; perchė non è bene alcuno che così universalmente giovi come il buon principe, nė male che così universalmente noccia come il mal principe: però non è ancora pena tanto atroce e crudele, che fosse bastante castigo a quei scelerati cortegiani, che dei modi gentili e piacevoli e delle buone condizioni si vagliono a mal fine, e per mezzo di quelle cercan la grazia dei loro principi, e per