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32 | il cortegiano |
zii più che mediocremente esperto, penso che debba lasciar
gli altri da canto; come volteggiar in terra, andar in su la
corda; e tai cose, che quasi hanno del giocolare, e poco sono
a gentiluomo convenienti. Ma, perchè sempre non si può versar
tra queste così faticose operazioni, oltra che ancor la assiduità
sazia molto e leva quella ammirazione che si piglia
delle cose rare, bisogna sempre variar con diverse azioni la
vita nostra. Però voglio che ’l Cortegiano discenda qualche
volta a più riposati e placidi esercizii, e per schivar la invidia
e per intertenersi piacevolmente con ognuno, faccia tutto
quello che gli altri fanno, non s’allontanando però mai dai
laudevoli atti, e governandosi con quel buon giudicio che non
lo lasci incorrere in alcuna sciocchezza; ma rida, scherzi,
molteggi, balli e danzi, nientedimeno con tal maniera, che
sempre mostri esser ingenioso e discreto, ed in ogni cosa che
faccia o dica sia aggraziato.
XXIII. Certo, disse allor messer Cesare Gonzaga, non si dovria già impedir il corso di questo ragionamento; ma se io tacessi, non satisfarei alla libertà ch’io ho di parlare, nè al desiderio di saper una cosa: e siami perdonato s'io, avendo a contradire, dimanderò; perchè questo credo che mi sia licito, per esempio del nostro messer Bernardo, il qual, per troppo voglia d’esser tenuto bell’uomo, ha contrafatto alle leggi del nostro gioco, domandando, e non contradicendo. — Vedete, disse allora la signora Duchessa, come da un error solo molti ne procedono. Però chi falla, e dà mal esempio, come messer Bernardo, non solamente merita esser punito del suo fallo, ma ancor dell’altrui. — Rispose allora messer Cesare: Dunque io, Signora, sarò esente di pena, avendo messer Bernardo ad esser punito del suo e del mio errore. — Anzi, disse la signora Duchessa, tutti dui devete aver doppio castigo: esso del suo fallo, e dello aver indutto voi a fallire; voi del vostro fallo, e dello aver imitato chi falliva. — Signora, rispose messer Cesare, io fin qui non ho fallito; però, per lasciar tutta questa punizione a messer Bernardo solo, tacerommi.— E già si taceva; quando la signora Emilia ridendo, Dite ciò che vi piace, rispose, chè, con licenza però della signora Duchessa, io perdono a chi ha fallito e a