Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/177

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none l’affecto della mia caritá che do, ma l’appetito delle proprie consolazioni, reputandosi indegna della pace e quiete della mente, per notricare la virtú dentro ne l’anima sua. E none sta nel secondo stato, ma torna a la valle del conoscimento di sé.

Questo le permecto, per grazia, di darle questo lume acciò che sempre cresca, perché l’anima non è tanto perfecta in questa vita che non possa crescere a maggiore perfeczione, cioè a perfeczione d’amore. Solo el dilecto unigenito mio Figliuolo, capo vostro, fue quello a cui non potè crescere alcuna perfeczione perché Egli era una cosa con meco e Io con lui; l’anima sua era beata per l’unione della natura mia divina. Ma voi, peregrini membri, sempre séte apti a crescere in maggiore perfeczione. Non però ad altro stato, come decto è, poi che séte gionti a l’ultimo; ma potete crescere quello ultimo medesimo con quella perfeczione che sará di vostro piacere, mediante la grazia mia.

CAPITOLO XC

Repetizione breve del precedente capitolo. E come el demonio fugge da quelli che sono gionti a le quinte lagrime. E come le molestie del dimonio sono verace via da giognere a questo stato.

— Ora hai veduto gli stati delle lagrime e la differenzia loro, secondo che è piaciuto a la mia veritá di satisfare al desiderio tuo. Delle prime, di coloro che sonno in stato di morte (di colpa di peccato mortale), vedesti che ’l pianto loro procede dal cuore generalmente, perché ’l principio de l’affecto, unde venne la lagrima, era corrocto, e però n’esce corrocto e miserabile pianto e ogni loro operazione.

El secondo stato è di coloro che cominciano a conoscere i loro mali per la propria pena che lo’ séguita doppo la colpa. Questo è uno comincio generale buonamente dato da me a’ fragili, che, come ignoranti, s’anniegano giú per lo fiume, schifando la doctrina della mia veritá; ma molti e molti sonno quegli che conoscono loro senza timore servile, cioè di propria pena, e vannosene chi, di subbito, con uno grande odio di sé, per lo quale