Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/44

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Alora ella, levando l’occhio per obedire al sommo Padre, vedeva nel pugno suo rinchiuso tucto l’universo mondo, dicendo Dio: — Figliuola mia, or vedi e sappi che veruno me ne può essere tolto, però che tucti ci stanno o per giustizia o per misericordia, come decto è, perché sonno miei e creati da me, e amoli ineffabilemente. E però, non obstanti le iniquitá loro, Io lo’ farò misericordia col mezzo de’ servi miei, e adempirò la petizione tua, che con tanto amore e dolore me l’hai adimandata.

CAPITOLO XIX

Come questa anima crescendo nell’amoroso fuoco desiderava di sudare di sudore di sangue; e reprendendo se medesima faceva singulare orazione per lo padre dell’anima sua.

Alora quella anima come ebbra e quasi fuore di sé, crescendo el fuoco del sancto desiderio, stava quasi beata e dolorosa. Beata stava per l’unione che aveva facta in Dio, gustando la larghezza e bontá sua, tucta annegata nella sua misericordia: e dolorosa era vedendo offendere tanta bontá. E rendeva grazie a la divina Maiestá, quasi cognoscendo che Dio avesse manifestato e’ difecti delle creature perché fusse costrecta a levarsi con piú sollicitudine e maggiore desiderio.

Sentendosi rinnovare il sentimento de l’anima nella Deitá etterna, crebbe tanto el sancto e amoroso fuoco che il sudore de l’acqua, el quale ella gictava per la forza che l’anima faceva al corpo (perché era piú perfecta l’unione che quella anima aveva facta in Dio, che non era l’unione fra l’anima e il corpo, e però sudava per forza e caldo d’amore), ella lo spregiava per grande desiderio che aveva di vedere escire del corpo suo sudore di sangue; dicendo a se medesima: — O anima mia, oimè! tucto il tempo della vita tua hai perduto, e però sonno venuti tanti danni e mali nel mondo e nella sancta Chiesa; molti, in comune e in particulare. E però Io voglio che tu ora rimedisca col sudore del sangue. —