Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/47

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Vedi quanto è tenuta la creatura a me! e quanto è ignorante a volersi pure annegare e non pigliare il remedio ch’io l’ho dato!

CAPITOLO XXII

Come Dio induce la predecta anima a raguardare la grandezza d’esso ponte, cioè per che modo tiene da la terra al cielo.

— Apre l’occhio de l’intellecto e vedrai gli acciecati e ignoranti. E vedrai gl’ imperfecti e i perfecti che in veritá seguitano me, acciò che tu ti doglia della dannazione degl’ignoranti e rallegriti della perfeczione de’ dilecti figliuoli miei. Ancora vedrai che modo tengono quelli che vanno a lume e quelli che vanno a tenebre. Ma innanzi voglio che raguardi el ponte de l’unigenito mio Figliuolo, e vede la grandezza sua che tiene dal cielo a la terra, cioè raguarda che è unita con la grandezza della Deitá la terra della vostra umanitá. E però dico che tiene dal cielo a la terra, cioè per l’unione che Io ho facta ne l’uomo.

Questo fu di necessitá a volere rifare la via che era rocta, si come Io ti dixi, acciò che giogneste a vita e passaste l’amaritudine del mondo. Pure, di terra non si poteva fare di tanta grandezza che fusse sufficiente a passare il fiume e darvi vita etterna, cioè che pure la terra della natura de l’uomo non era sufficiente a satisfare la colpa e tollere via la marcia del peccato d’Adam, la quale marcia corruppe tucta l’umana generazione e trasse puzza da lei, si come di sopra ti dixi. Convennesi dunque unire con l’altezza della natura mia, Deitá etterna, acciò che fusse sufficiente a satisfare a tucta l’umana generazione: la natura umana sostenesse la pena, e la natura divina unita con essa natura umana acceptasse il sacrifizio del mio Figliuolo, offerto a me per voi per tòllarvi la morte e darvi la vita.

Si che l’altezza s’aumiliò a la terra, e della vostra umanitá unita l’una con l’altra se ne fece ponte, e rifece la strada. Perché si fece via? acciò che in veritá veniste a godere con