Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/133

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diletto che egli ha preso nel giardino. E a questo se n’avede che egli è la veritá che egli si diletta piú nel giardino che nell’operazione: però che, toltoli el giardino, si sente privato del diletto. Però che, se’l principale diletto avesse posto nella sua operazione, non l’avarebbe perduto, anco l’avarebbe seco; perché l’esercizio del bene adoperare non si può perdere (se egli non vuole) perché gli sia el diletto della prosperitá, si come a colui el giardino.

Adunque s’ingannano nel loro adoperare per la propria passione. Unde hanno per uso di dire questi cotali : — Io so che io facevo meglio, e piú consolazione avevo innanzi che io fusse tribulato che ora, e giovavami di fare bene; ma ora non me ne giova né diletto punto. — El loro vedere e il loro dire è falso, però che, se essi si fussero dilettati del bene per amore del bene della virtú, non l’avarebbero perduto né mancato in loro, anco cresciuto. Ma perché el loro bene adoperare era fondato nel proprio loro bene sensitivo, però lo’manca e vien lo’meno.

Questo è lo inganno che riceve la comune gente in alcuno loro bene adoperare. Questi sonno ingannati da loro medesimi, dal proprio diletto sensitivo.

CAPITOLO LXVIII

Dello inganno che ricevono e’ servi di Dio, e’ quali ancora amano Dio di questo amore ’imperfetto predetto.

— Ma e’ servi miei che anco sonno nell’amore imperfetto, cercando e amando me con affetto d’amore verso la consolazione e diletto che truovano in me, qualche volta sono ingannati, Perch’ Io so’ remuneratore d’ogni bene che si fa, poco e assai, secondo la misura dell’amore di colui che riceve; per questo do consolazione mentale, quando in uno modo e quando in un altro, nel tempo dell’orazione. Questo non fo perché ella ignorantemente riceva la consolazione, cioè che ella raguardi piú el presente della consolazione che è data da me che me, ma