Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/189

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santa Chiesa e nella dolce sua obbedienzia, unde traete il sangue dello immaculato Agnello, unigenito mio Figliuolo. E però ricevono el frutto dell’eterna dannazione con pianto e stridore di denti.

Questi sonno quelli martiri del dimonio, de’quali Io ti dissi; si che’l dimonio lo’dá quello frutto che ha per sé. Adunque vedi che questo pianto dá frutto di pene in questo tempo finito, e nell’ultimo lo’dá la infinita conversazione delle dimonia.

CAPITOLO XCV

De’ frutti delle seconde e delle terze lagrime.

— Ora ti re,sto a dire de’ frutti che ricevono coloro che si cominciano a levare dalla colpa per timore della pena, ad acquistare la grazia. Alquanti sonno che escono della morte del peccato mortale per timore della pena. Questo è il generale chiamare, come detto è.

Che frutto riceve questo? che egli comincia a votiare la casa dell’anima sua della immondizia, mandando el libero arbitrio el messo del timore della pena. Poi che egli ha purificata l’anima dalla colpa, riceve pace di coscienzia, comincia a disponere l’affetto dell’anima e aprire l’occhio dell’ intelletto a vedere il luogo suo, che, prima che fusse vóto, non il vedeva né vedeva altro che puzza di molti e diversi peccati. Comincia a ricevere consolazioni, perché’l vermine della coscienzia sta in pace, quasi aspettando di prendere il cibo della virtú. Si come fa l’uomo, che, noi che ha sanato lo stomaco e trattone fuore gli umori, dirizza l’appetito a prendere il cibo; cosi questi cotali aspettano pure che la mano del libero arbitrio con l’amore del cibo delle virtú gli apparecchi, ché doppo l’apparecchiare aspetta di mangiare. E cosi è veramente: che, esercitando l’anima el primo timore, votiato de’peccati l’affetto suo, ne riceve il secondo frutto, cioè il secondo stato delle lagrime, dove l’anima, per affetto d’amore, comincia a fornire la casa di virtú.