Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/213

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la propria volontá, e con essa volontá, .sottoposta alla volontá mia, mi darete dolce e afamato e infinito desiderio, cercando l’onore di me e la salute dell’anime. E cosi vi pascerete alla mensa del santo desiderio; el quale desiderio non è mai scandalizzato né in sé né nel prossimo suo, ma d’ogni cosa gode e trae frutto di tanti diversi e variati modi che Io do nell’anima. Non fanno cosi e’miserabili che non .seguitano questa dottrina, dolce e dritta via data dalla mia Veritá: anco fanno el contrario, giudicando secondo la cechitá e infermo vedere loro; e però vanno come farnetichi, e privansi del bene della terra e del bene del cielo. E in questa vita, si come Io ti dissi in un altro luogo, gustano l’arra dell’ inferno.

CAPITOLO CV

Repetizione in somma delle predette cose, con una agiuuta sopra la reprensione del prossimo.

— Ora t’ho detto, carissima figliuola, satisfacendo al desiderio tuo e dichiaratati di quello che mi dimandasti, cioè in che modo tu debbi riprendere il prossimo tuo, acciò che tu non sia ingannata dal dimonio né dal’ tuo ba^so vedere. Cioè che tu debbi riprendere in generale e non in particulare (se giá per espressa revelazione tu non l’avessi da me), ma con umilitá, per lo modo che detto t’ho, riprendere te e loro.

Anco t’ho detto e dico che in veruno modo del mondo t’è licito el giudicare in alcuna creatura, né in comune né in particulare, nelle menti dei servi miei, né trovandola disposta né non disposta. E detto t’ho la cagione per la quale tu non puoi giudicare, e giudicando rimarresti ingannata nel tuo giudicio; ma compassione debbi avere tu e gli altri, e il giudicio lassare a me.

E anco t’ho detta la dottrina e il principale fondamento che tu debbi dare a coloro che venissero a te per consiglio e che volessero escire delle tenebre del peccato mortale e seguitare la via delle virtú : cioè che tu lo’ dia per principio e fondamento