Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/339

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caduto in guerra, e me. Perché giá ti dissi, se ben ti ricorda, che col mezzo de’servi miei Io farei misericordia al mondo e col molto sostenere riformarei la sposa mia.

Veramente questi cotali si possono chiamare un altro Cristo crocifisso unigenito mio Figliuolo, perché hanno preso a fare l’offizio suo. Egli venne come tramezzatore, per levare la guerra e reconciliare in pace con meco l’uomo, col molto .sostenere infino all’obrobriosa morte della croce. Cosi questi cotali vanno crociati, facendosi mezzo con l’orazione, con la parola e con la buona e santa vita, ponendola per esemplo dinanzi a loro. Rilucono le pietre preziose delle virtú con pazienzia, portando e sopportando i loro difetti. Questi sonno e’ lami con che essi pigliano l’anime. Essi gittano la rete dalla mano dritta e non dalla manca, come disse la mia Veritá a Pietro e agli altri discepoli doppo la resurrezione; però che la mano manca del proprio amore è morta in loro, e la mano dritta è viva d’uno vero e schietto, dolce e divino amore, col quale gittano la rete del santo desiderio in me, mare pacifico. E giugnendo la storia che fu inanzi alla resurrezione con quella che fu doppo, sappi che, tirando a loro la rete, richiudendola nel cogno,scimento di loro, pigliano tanta abondanzia di pesci d’anime, che si conviene che chiamino il compagno perché gli aiti a trarli della rete, però che solo non può. Perché nello strignere e nel gittare gli conveniva la compagnia della vera umilitá, chiamando il prossimo per dilezione, chiedendo che gli aiti a trare questi pesci dell’anime.

E che questo sia vero, tu il vedi ne’ servi miei e pruovi : ché si grande peso lo’pare a tirare queste anime che sonno prese nel santo desiderio loro, che chiamano compagnia, e vorrebero che ogni creatura che ha in ,sé ragione gli aitasse, con umilitá reputandosi insufficienti. E però ti dissi che chiamavano l’umilitá e la caritá del prossimo, che gli aitasse a trare questi pesci. Tirando, ne trae in grandissima abondanzia: poniamo che molti per li loro difetti n’escono, che non stanno rinchiusi nella rete. La rete del desiderio gli ha ben tutti presi, perché l’anima, affamata dell’onore mio, non si chiama contenta a una