Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/58

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vita gusta e partecipa di quel bene che gli è aparecchiato nella vita durabile. Bene è dunque matto colui che schifa tanto bene, ed elegge innanzi di gustare in questa via l’arra dell’ inferno, tenendo per la via di sotto, dove va con molte fadighe e senza neuno refrigerio e senza veruno bene; però che per lo peccato loro sonno privati di me che so’ sommo ed eterno Bene.

Bene hai dunque ragione di dolerti, e voglio che tu e gli altri servi miei stiate in continua amaritudine dell’offesa mia e compassione dell’ignoranzia e danno loro, con la quale ignoranzia m’offendono.

Or hai veduto e udito del ponte come egli sta; e questo ho detto per dichiarare quello ch’Io ti dissi, che era ponte l’unigenito mio Figliuolo (e cosi vedi che è la veritá), fatto per lo modo che Io t’ho detto, cioè unita l’altezza con la bassezza.

CAPITOLO XXIX

Come questo ponte, essendo salito al cielo el di della Ascensione, non si parti però di terra.

— Poi che l’unigenito mio Figliuolo ritornò a me, doppo la resurrezione quaranta di, questo ponte si levò dalla terra, cioè dalla conversazione degli uomini, e salse in cielo per la virtú della natura mia divina, e siede dalla mano dritta di me, Padre eterno. Si come disse l’angelo a’discepoli el di dell’Ascensione, stando quasi come morti perché i cuori loro erano levati in alto e saliti in celo con la sapienzia del mio Figliuolo. Disse : «Non state piú qui, che elli siede dalla mano dritta del Padre».

Levato in alto e tornato a me Padre, Io mandai el Maestro, cioè lo Spirito santo, el quale venne con la potenzia mia e con la sapienzia del mio Figliuolo e con la clemenzia sua, d’esso Spirito santo. Egli è una cosa con meco Padre e col Figliuolo mio, unde fortificò la via della dottrina che lassò la mia Veritá nel mondo; e però, partendosi la presenzia, non si parti