Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/237

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J99 Annotazioni alla Lettera 32» . ■* * J W f (./) L’arcivescovo di Pisa, cui scrive la santa, se pongasi mente alla serie degli anni, non può essere altri ebe Francesco Moricotto tli Vico, di patria pisano, detto ancora de’Prighan;; forse perché essendo nato d’y nna sorella d’Urbano VI, volle aggiunto al paterno il cognome dalla madre in grazia dello zio, cui fu in debito dei supremi onori di santa Chiesa. Tolse egli a governare la metropolitana di Pisa l’anno 1363, e la tenne in cura inGu aH’anno 1378, iu cui da Urbano ascritto all’Ordine de’cardinali, onorandolo dclI’ ufficio di vice cancelliere di santa Chiesa, la cedette a Bernabò ftialaspina de’marcbesi di I osdiuuovo.

(B^ Secondo che mi scrive il priore dì stinta Caterina. Il convento de’ religiosi dell* Ordine «le’ predicatori „in Pisa, tiene anche al presente il titolo dalia vergine e martire santa Cateti na. Il priore forse In Fra Tomaso Aiutami Cristo, di nobile famiglia pisana,’e discepolo della santa. giacché appunto a questi tempi era supcriore di quel convento. .

((7) Al vestire di santa Caterina de IT abito di s. Domenico. Le terziarie delTOrdine di s. Domenico, dette a Siena d’ordinario le manteilate di s. Domenico, prendeano 1 abito «lai priore del convento, onde per ciò dice vestire di)S. Caler ina. | (0) Volete che le ten^hino lo interdetto. L1 interdetto fulminalo dal pontefice Gregorio XI conira la citta di Firenze, si stese ben tosto ad altri luoghi, nou pur di Toscana, come Siena, Pisa, ma anche fuori di quelli proviucia, adendosi che la città di Genova uè venisse pure percossa, a cagione d’aver consentilo;»Tiuwnlini l’assistere nelle sue chiede a’divini utfi* j, avendone rigoroso divirlo ili osili luogo. Non fu per tanto gran fatto il tollerarsi ciò a Pisa, ch« reggeasi a quel tempo per Pietro Gambacorta, il qnale lenea ottima volontà inverso il comune di Firenze; onde perciò essa pure rimanesse legata con epiesto vincolo. Ciò accaddele l’anno #3*7*, fcd avendo per due dì ricusato di ricevere la pena impostale dal poatefice, si rimise al terzo nel suo dovere, sottoponendosi a) gastigo dovuto al sno fallo. ., ’p . ’ j (E) Anzi per quello ebbi io l privilegio. Singolarissimi* grazì^ o^tenue sanla Caterina dal pontefice Gregorio XI, anche- fuori’ di qné*sta, che qni. accenna. Serbansi tuttora due brevi di questo, pontefice, iu cui spécialissimi prenlcgi le »i concedono, cioè dire per l’uno d’avere aitare da portarsi ne" suoi viaggi a potervisi sacrificare il pane celeste, ancora iuuauzi al giorno j e per ! aftro «hfi tre de’sacerdoti, che le teoeano compagnia, avessero ampirf facoltà di tornare alla grazia colla sagra mentale assoluzione in ogni Ibo^o, quei che alle ferventi esortazioni d’essa iuduceansi a.pulir l’anima colla confessione. Questi due Lievi si hauuo uell’asgi’unta alla vna di questa santa. ‘ 1 * V ’ ^