Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/242

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204 non temete per alcuna cosa che sia avvenuta o che vedeste avvenire; perocché ogni cosa è illusione di dimonioche’l fa per impedire li santi e buoni proponimenti, che perche non si faccia quello che e cominciato, pare che s’avvegga del male suo, ma confortatevi e confortate il nostro padre santo, e non temete ih cavelle, e confortatevi virilmente, non vi restate; fate che io senta e veda che.voi n?i siate così una colonna ferma, che per veruno vento vi moviate mai. Arditamente e senza veruno timore annunciate e dite la. verità di quello che vi pare, che sia secondo l’onore di Dio e rinnovazione della santa Chiesa.- Or abbiamo noi altro, che uno capo e questo si dia a cento nngliaja di morti se bisogna,,ed ogni pena e flagello per amore di Cristo, che con tanto fuoco d’amore, non vide sè per sè, ma per onore del Padre e per salute nostra. Non dico più, padre, che io non mi resterei mai. Ebbi grande letizia delle buone novelle che ci mandaste dell’ avvenimento di Cristo in terra (B), e del cominciamento ^iel santo passaggio: non caggia tepidezza,, nè sgomento in voi, nè nel santo padre per le cose che sono poi avvenute (C), che con questo che ci pare contrario, si farà ogni cosa.

IV. Io ho inteso che’l maestro dell’Ordin nostro (D), il santo padre il vuole promuovere; pregovi per l’amore di Cristo crocifisso, che vi sia raccomandato l’Ordine, e che ne preghiate Cristo in terra che ci dia uno buono vicario. Vorrei che lo informaste di maestro Stefano della Cumba, che fu procuratore dell’Ordine e della provincia di Tolosa: credo che se egli cel.darà, sarà grand’onore di Dio e racconciamento dell Ordine; perocché mi pare che il sia uomo virile e virtuoso, e senza,timore; ed ecci ora bisogno di medico non che abbi timore, ed usi il ferro della santa e dritta.giustizia; perocché tanto unguento s’è usato infino a qui, che li membri sono quasi tutti imputriditi. Io n’ho scritto al padre sunto" (Zs), non ho detto però cui egli ci dia, l