Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/252

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21 4 liare ha lasciato memoria, che essendo semplice prelato, non adoperava a suo servìgio ebe.una mula. Costumasi tuttora da’sagri porporati nelle funzioni celebri, dette cavalcate, d’usare non cavalli generosi, ma mule mansuete. ‘ (E) E aggiungerevvisi ec. Nell’anticbe impressioni d’Aldo davasi questo passo di questa maniera. Or non son io mortale? Or non posso io rivocar questa morte? sì bene: nel dì della resurrezione!

tua la morte eternale, la quale per questo mi seguirebbe, non posso, io mai reparare: aggiungerewisi sì crucciando il corpo, il dì della resurrezione, adunque ec., nelle quali parole non v’è senso, o troppo v’ha d’oscurità. II F^rri, per torsi di hriga, ha tolte via queste ultime parole; aggiungerevvisi ec., ripigliando dopo le voci, mai riparare, adunque ec., ed il sentimento cammina giustissimo.

(F) Siate uno padrone in colesta città ad annunciare virilmente, la verità di papa Urbano /’’/.Adempiè egli pel tempo del suo governo ciò, che per santa Caterina gli fu raccomandalo, onde la re* pubblica veneziana per In pietà di que’ padri e di questo ottimo pastore, si tenne doli’aderirò agl’inviti di Clemente e de’suoi seguaci, . ^ t  » M *JL / I. . , i , I * * l ■ r * « Ì. * t 1«|4 ♦ f .. - \ 1